Circo - I.P.S.I.A. Saronno

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PROGETTO A “SCUOLA DI…CIRCO”



• Premessa generale: Il progetto educativo “A scuola...di Circo” è nato dall’incontro tra i professori Vincenzo Tumminello e Thomas Lyden, entrambi ammaliati dalle arti circensi e curiosi di approfondire le potenzialità della “pedagogia del Circo”.
• Destinatari: il laboratorio è aperto agli studenti di tutti gli indirizzi di studio proposti dall' IPSIA “Antonio Parma” di Saronno.
• Finalità generali: Attraverso gli insegnamenti delle arti circensi si favorisce la conoscenza del proprio corpo, il rispetto dell’altro, la disciplina, il lavoro cooperativo, la costanza e la voglia di superare i propri errori. Punti nevralgici della didattica sono l’ascolto, la fiducia, l’incoraggiamento e il confronto.
• Metodologia di lavoro: I programmi svolti si basano essenzialmente sulla mescolanza di arti circensi e pratiche teatrali di base. In particolare, i ragazzi imparano la manualità della giocoleria (palline, cerchi, clave, devil stick, diablo), l’equilibrismo (monociclo, trampoli), acrobatica (acrogym, mano a mano), la clownerie (costruzione del personaggio e di piccole gag) e la magia. Ogni allievo/a può scegliere lo strumento che preferisce in base alle sue predisposizioni.
• Equipe: il corso è tenuto dal docente Vincenzo Tumminello (giocoliere non professionista) e dal maestro di arti circensi nonché artista di strada Marco Raparoli.
• Durata e articolazione: A partire da Ottobre, tutti i mercoledì presso la palestra dell’Istituto dalle 14.45 alle 16.45



DIDATTICA DEL CIRCO
Nel Circo sia la trasmissione dei saperi che le fasi di apprendimento ruotano attorno all’elemento ludico. Nel corso della storia del pensiero occidentale, il gioco è sempre stato al centro dell’attenzione di studiosi ed educatori, ne affermarono l’importanza già Eraclito, Platone ed Aristotele in quanto induce gli allievi ad assumere un ruolo attivo, a svolgere un lavoro creativo, ad apprendere attraverso il pieno coinvolgimento di sé.
Donald Woods Winnicott, noto pediatra e psicanalista inglese, scrive: “E’ nel giocare e soltanto mentre gioca che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé.”
La pedagogia del Circo esalta l’apprendimento per prove ed errori. L’insegnante può trasmettere la tecnica (ad esempio i passaggi per svolgere il numero con le tre palline o con le tre clavi), ma l’allievo, al fine di raggiungere la perfetta esecuzione dell’esercizio, dovrà affidarsi unicamente a continue prove, che comportano, immancabilmente, l’imbattersi in errori. Lo studente che impara per prove ed errori, apprende passando da un tentativo all’altro; ad ogni tentativo elimina progressivamente i movimenti che l’hanno indotto all’errore e conserva quelli utili che, molto rari all’inizio, si verificheranno in seguito con sempre maggiore facilità e frequenza. Tutto ciò comporta anche lo sviluppo dell’autonomia personale in quanto, pur con la supervisione del formatore, l’allievo farà sua la tecnica lavorando esclusivamente da solo, imparando ad autovalutarsi e ad autogestirsi anche nella crescita intellettiva e psicofisica.
Disciplina e concentrazione semplificano l’apprendimento delle tecniche circensi che inevitabilmente richiedo costanza nell’allenamento e attenzione nello svolgimento: ogni movimento complesso deve essere suddiviso in piccole parti (dall’universale al particolare), sviscerato anche mentalmente e gradualmente ricomposto (dal particolare all’universale).
Clown e giocolieri comunicano in maniera semplice e comprensibile, emozioni e stati d’animo. Il canale comunicativo di cui si servono è, quasi sempre, quello del corpo. Gli allievi, quindi, sperimentano e prendono consapevolezza dell’importanza e delle potenzialità della comunicazione non verbale. In particolare, mediante esercizi teatrali, imparano ad usare tale canale comunicativo per presentare se stessi, fornire informazioni sul proprio stato d’animo, regolare le interazioni, esprimere il grado d’intimità e stabilire il grado di predominanza tra i soggetti coinvolti in un’azione scenica.
Nei giochi circensi ogni allievo ha lo spazio per svolgere un ruolo e divenire indispensabile al fine della perfetta esecuzione di un esercizio. Denigrare o rimarcare le differenze è inutile e impossibile perché nel Circo ciò che abitualmente viene percepito come difetto diventa una qualità: uno studente poco agile, impacciato e goffo che spesso in classe potrebbe essere deriso diventa perfetto per svolgere il ruolo del clown Augusto, così come uno robusto diventa essenziale nella costruzione della “base” nelle figure di acrogym (piramidi umane). Integrazione, accettazione nel gruppo dei pari, lavoro di squadra sono obiettivi irrinunciabili, sono le strutture che donano senso ed essenza ad un progetto di Circo sociale.
Di seguito vengono schematizzati i valori psico/pedagogici e motori della giocoleria, dell’acrobatica e della clownerie. Il livello di superficialità del seguente schema è dovuto alla complessità di universalizzare aspetti che sono invece strettamente legati alla soggettività e all’esperienza personale:
 rafforzare l’autostima e la fiducia in sé;
 sviluppare le proprie potenzialità;
 sviluppare la capacità di analisi;
 confrontarsi e superare i propri limiti;
 apprendere a lavorare in squadra;
 favorire la collaborazione tra i ragazzi e l’aiuto reciproco;
 sviluppare le possibilità relazionali;
 favorire l’accettazione e l’inserimento di soggetti emarginati nel gruppo dei pari;
 sviluppare ed elaborare una metodologia di lavoro;
 esercitare la pazienza e la costanza nel lavoro;
 sviluppare la capacità di analisi e apprendere a semplificare la complessità;
 sviluppare le potenzialità fisiche,
 utilizzare l’emisfero destro del cervello (la parte creativa, corrispondente alla parte sinistra del corpo),
 migliorare la capacità di movimento bilaterale,
 migliorare la coordinazione oculo/corporale,
 miglioramento dei riflessi, prontezza, ritmo ed equilibrio,
 migliorare l'uso del respiro;
 sviluppare la percezione temporale;
 promuovere la sincronizzazione dei movimenti


GIOCHI TEATRALI PROPOSTI

Il corso prevede lo svolgimento di una serie di giochi teatrali con lo scopo di generare, sia all’interno del singolo che del gruppo, un’armonia tra corpo, pensiero ed emozioni. Solo attraverso tale armonia il corpo (inteso anche come “corpo collettivo”) può essere in grado di comunicare consapevolmente. Si tratta di una conquista ardua in quanto necessita la sconfitta delle resistenze inconsce, il superamento di luoghi comuni e sterotipie imposte dalla quotidianità, il predisporsi ad incontrare ed accogliere l’alterità. Gli esercizi teatrali all’interno di un processo di Circo sociale svolgono, inoltre, un ruolo cruciale perché trasmettono ed attivano una serie di valori nobili ed essenziali: cooperazione, capacità di scambio, gratuità, libertà di espressione, creatività, dinamismo, ricerca e sperimentazione dei ruoli sociali.
Alcuni degli esercizi proposti e svolti durante le lezioni sono liberamente tratti dalle tecniche del Teatro dell’Oppresso di August Boal, fondatore del teatro Arena di San Paolo del Brasile. Il Teatro dell’Oppresso è un metodo di utilizzo degli strumenti teatrali al fine di conoscere, esaminare, modificare sé stessi e il mondo che ci circonda. È una terapia sintomatica di gruppo che attraverso i linguaggi teatrali permette, al singolo e alla collettività, di interagire con il proprio sé autentico, cioè liberato dalle tossine che lo costringono a comportamenti ripetitivi, spesso convulsivi e senza senso (ad esempio lasciarsi ingabbiare all’interno del circolo vizioso del consumismo– desiderare/consumare/desiderare -). L’analisi e la trasformazione di sé stessi e del mondo reale avviene già nei giochi e negli esercizi teatrali in cui si possono analizzare problemi e dinamiche sociali, scoprire propri limiti e potenzialità, scoperchiare nuovi aspetti di sé e del gruppo. Il teatro, così inteso, sfugge alle categorizzazioni tradizionali, alla privilegiata cerchia di fruitori, al mercato, per divenire, invece, mezzo di coscientizzazione.


FARE GIOCOLERIA

La giocoleria è l’arte di maneggiare uno o più oggetti con virtuosismo, cioè con brio, eleganza ed efficacia. Il termine virtuosismo, inoltre, sottolinea come la giocoleria non sia solo meccanica, ma spartizione di emozioni, esperienza comunicativa. Il giocoliere, di conseguenza, non ha un compito da svolgere impeccabilmente con degli attrezzi, ma qualcosa da comunicare, da condividere con audacia e determinazione, volontà e personalità. Solo un sguardo superficiale può vedere nella giocoleria il semplice lancio in aria di oggetti. Essa, come sostiene Dave Finnigan (direttore dell’International Jugglers Association), è molto di più: è movimento di oggetti e di corpi umani, ma soprattutto di idee, parole, sogni ed emozioni.
Principali specialità affrontate durante il corso ed attrezzi adoperati:
• Toss juggling: consiste nel lancio e nella ripresa di più oggetti, in genere foulard, palline, clave, cerchi, sciabole, clave infuocate, cappelli. Tutte le discipline della giocoleria si compongono dalla successione di tricks, cioè diverse modalità di lanci e riprese.
• Passing/Machine: più persone si scambiano gli oggetti tra di loro rispettando tempi e ritmi ben precisi.
• Equilibrismo/Acrogym: capacità di mantenere un posizione precaria (verticalismi ed equilibrismi su attrezzi) e/o tenere stabile un oggetto appoggiato ad una parte del proprio corpo (equilibrismo di oggetti).

Attrezzi utilizzati:

• Foulard o fazzoletti: sono di forma quadrata e costruiti con materiali sintetici. Si giocolano in modo simile alle palline anche se la presa è completamente diversa. Sono molto leggeri e volano lentamente. Risultano ottimi per iniziare a giocolare e sono propedeutici all’uso delle palline.
• Palline: attrezzo emblematico del giocoliere. Possono essere di vari tipi: rigide, morbide, piccole, grandi, di gomma, di stoffa. Ai principianti si consiglia l’uso di palline morbide in quanto non ribalzano ed evitano di rincorrerle quando cadono (molto spesso all’inizio) e piccole perché più facili da maneggiare.
• Cerchi: costruiti in plastica, hanno grandezze variabili. Possono essere giocolati a terra (facendoli rotolare sul pavimento) o lanciati in aria. Il loro utilizzo permetta la costruzione di piacevoli coreografie di gruppo.
• Clave: sono realizzate con materiali plastici molto resistenti alle cadute. Si costituiscono di quattro parti: la base o testa ricoperta da materiale gommoso che ne ammortizza i colpi in caso di caduta; lo stomaco che è la parte più larga; il manico attraverso cui la clava viene lanciata e afferrata; il pomello cioè l’estremità del manico. L’utilizzo delle clave è, in genere, consequenziale all’apprendimento dell’uso delle palline.
• Diablo: è costituito da due coni le cui estremità più acuminate sono unite fra loro. Con l’aiuto di una cordicella legata a due bacchette di legno o plastica, il diablo viene fatto girare, tirato in aria e ripreso al centro della cordicella 
• Devil's stick/Flower stick: è formato da tre bacchette: due vengono impugnate e fanno volteggiare la terza.
• Cappelli da manipolazione: sono delle bombette ben bilanciate attraverso dei pesi
• Monociclo: veicolo dotato da una sola ruota
• Trampoli: servono per camminare ad una certa altezza dal suolo; sono formate da due aste di legno, munite di un piccola pedana per poggiare i piedi.


IL MINIMAL CIRCUS

Dal progetto “A scuola di…circo” è nata la compagnia circense Minimal Circus.
Il nome è stato scelto in onore di di Bela Kremo (1911-1979), primo giocoliere “minimalista” della storia, fondatore del genere chiamato dei “tre pezzi”: palline, cappelli, scatole di sigari, unicamente nel numero di tre. Bela diventa “minimalista” per necessità in quanto è contemporaneo del giocoliere Enrico Rastelli (1896-1931), il numero uno in assoluto nella storia della giocoleria. Consapevole dell’irraggiungibile grandezza dell’italiano, Bela, per conquistare uno spazio sotto ai riflettori, decide di creare qualcosa di originale puntando non più sulla quantità degli oggetti ma sulla tecnica e sull’eleganza degli esercizi. Tale scelta lo porterà alla notorietà internazionale e sarà il primo giocoliere ad esibirsi nei più grandi e prestigiosi casinò di Las Vegas.
L’essere “minimal” è una necessità che contraddistingue anche il nostro gruppo: non possiamo pretendere di eseguire ardui virtuosismi, il triplice salto mortale carpiato con avvitamento non sarà mai il numero strabiliante di chiusura di un nostro spettacolo, puntiamo su esercizi semplici da svolgere con stile ed accuratezza ma soprattutto con un sincero e contagioso sorriso impresso sul viso.


Esibizioni pubbliche del Minimal Circus

• 12 dicembre 2015 in occasione dell’open day dell’IPSIA “A. Parma”
• 23 gennaio 2016 in occasione dell’open day dell’IPSIA “A. Parma”
• 15 gennaio 2016 in occasione della visita di un gruppo di anziani presso l’IPSIA “A. Parma”
• 20 aprile 2016 partecipazione allo spettacolo teatrale “Reazione a catena” presso il teatro Giuditta Pasta di Saronno
• 24 maggio 2016 presso la Casa di Riposo Intercomunale “Focris” di Saronno
• 3 giugno 2016 presso “Quarto Stato” di Cardano al Campo (Va) apertura dello spettacolo del famoso artista di strada cileno EL KOTE
• 5 giugno 2016 Parata circense a Marnate (Va) per conto della Proloco.
• 2 ottobre 2016 presso la Casa di Riposo Intercomunale “Focris” di Saronno in occasione della manifestazione “A Saronno corri con il nonno” organizzata in collaborazione con il Comune.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il libro scritto dal prof. Vincenzo Tumminello dal titolo “Sum ergo Ludo” in cui si manifestano le basi pedagogiche su cui si fonda il progetto “A scuola di…circo” e si raccontano le varie esperienze vissute durante lo scorso anno. Il volumetto è dedicato alle allieve/i del corso; grazie alla loro passione, ai loro sacrifici, alla loro energia è stato possibile realizzare un sogno stupendo: il Minimal Circus!
Il libro è disponibile presso tutte le biblioteche della provincia di Varese.










 
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